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sabato 27 luglio 2013

François Jullien, Trattato dell'effic... Libri Einaudi

François Jullien, Trattato dell'effic... Libri Einaudi

Che cosa significa la parola efficacia? Che cosa intendiamo quando diciamo che un'azione è efficace? Ed efficace rispetto a cosa? La tradizione europea non è mai riuscita, neppure attraverso i suoi grandi pensatori realisti (Aristotele, Machiavelli, Clausewitz), a rispondere in termini convincenti a queste domande se non ricorrendo all'intervento provvidenziale del divino, o alla Fortuna, o infine all'eroismo dell'exploit individuale. A questa difficoltà teoretica, le cui vastissime implicazioni trascendono lo specifico terreno della storia della filosofia per coinvolgere l'immediato rapporto dell'individuo con il reale, si contrappone il concetto cinese di strategia. Per gli antichi maestri orientali di strategia si trae il risultato voluto dal potenziale insito nella situazione e non da un piano elaborato in astratto al quale tentare di uniformare la prassi, dalla lettura attentissima del contesto e non dalla separazione in mezzi e fini, dall'adesione all'incessante trasformazione del reale e non dallo strenuo sforzo di modificazione dello stesso. Cogliere al volo quell'occasione cosl cara all'Occidente sempre avido di dramma e spettacolarizzazione, non è piú, allora, che l'esito naturale di una propensione naturale delle cose, e come non c'è generale piú grande di quello che ottiene vittorie talmente facili da non meritare la lode, cosí non c'è battaglia piú gloriosa di quella che non viene neppure combattuta.
1998
Biblioteca Einaudi
pp. X - 230
€ 21,00
ISBN 9788806150396

lunedì 8 luglio 2013

Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi Libri Einaudi

Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi Libri Einaudi

Gli studiosi di storia hanno da tempo appreso che la storia è storia degli uomini, non dei «grandi», e che quando è possibile arrivare fino alla realtà quotidiana, meglio si decifra il passato, fino a coglierne con senso di immediatezza i problemi, le connessioni con l'oggi, la storia. In questo libro, Carlo Ginz-burg ci dà l'analisi della visione del mondo di un mugnaio friulano mandato al rogo dall'Inquisizione alla fine del Cinquecento: non si tratta, però, di una dissertazione erudita. Sulla traccia di preziose indicazioni di Bachtin, siamo posti drammaticamente davanti alla dicotomia fra cultura dotta e cultura popolare e in pari tempo alla testimonianza non meno sorprendente della circolarità fra queste due culture, fino a un loro reciproco influenzarsi. Senza dubbio, «l'irriducibilità a schemi noti di una parte dei discorsi di Menocchio - il mugnaio friulano - fa intravedere uno strato ancora non scandagliato di credenze popolari, di oscure mitologie contadine. Ma ciò che rende piú complicato il caso di Menocchio è il fatto che questi oscuri elementi popolari sono innestati in un complesso di idee estremamente chiaro e conseguente, che vanno dal radicalismo religioso a un naturalismo scientifico», di cui è simbolo indicativo il paragone che il mugnaio istituisce fra la terra abitata e il formaggio pieno di vermi. «Io ho detto che... tutto era un caos - spiega il mugnaio all'attonito giudice ecclesiastico - cioè terra, aere, acqua et foco insieme; et quel volume, andando cosí, fece una massa, aponto come si fa il formazo nel latte, et in quel deventorno vermi, et quelli furno li angeli...» È una cosmogonia popolare che apre la porta ad aspirazioni utopistiche di rinnovamento sociale, ad attese millenarie di giustizia. Attraverso la sua brillante, paziente ricerca, Ginzburg ci offre un frammento perduto del passato, capace d'inserirsi «in una sottile, contorta, ma ben netta linea di sviluppo che arriva fino a noi».