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mercoledì 18 dicembre 2013

Il grande viaggio in slitta - Knud Rasmussen - traduzione di Bruno Berni - Quodlibet pubblicazioni

Il grande viaggio in slitta - Knud Rasmussen - traduzione di Bruno Berni - Quodlibet pubblicazioni

JUVENTUS-AVELLINO (Ottavo Finale Coppa Italia)

sabato 7 dicembre 2013


 

Ella Berthoud, Susan Elderkin

Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno

 
«Qualunque sia il vostro disturbo, la nostra ricetta è semplice: un romanzo (o due), da prendere a intervalli regolari».
Un appassionante dizionario di romanzi e scrittori dalle singolari virtù terapeutiche, un sorprendente manuale di letteratura per chi ama scovare nuove opere e autori.
A cura di Fabio Stassi
Traduzione dall'inglese di Roberto Serrai
Titolo originale: The novel cure
 
Si può curare il cuore spezzato con Emily Brontë e il mal d’amore con Fenoglio, l’arroganza con Jane Austen e il mal di testa con Hemingway, l’impotenza con Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, i reumatismi con il Marcovaldo di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi e adattato per l’Italia da Fabio Stassi, autore de L’ultimo ballo di Charlot. Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.
Ella Berthoud
Ella Berthoud e Susan Elderkin si sono incontrate da studentesse di letteratura inglese all’Università di Cambridge, dove si prestavano romanzi a vicenda quando avevano bisogno di tirarsi un po’ su. Ella è poi diventata una pittrice e un’insegnante di arte, e Susan una scrittrice. Ha pubblicato due romanzi, Sunset Over Chocolate Mountains (2000) e The Voices (2003), ed è stata inserita nel 2003 dalla rivista Granta tra i venti migliori giovani autori inglesi. Insieme nel 2008 hanno fondato un servizio di biblioterapia con la School of Life di Londra, e da allora hanno continuato a prescrivere libri, di persona o virtualmente, a pazienti di tutto il mondo.

 
 
 
 
 
Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno


Una filosofia orizzontale

Per oziare, dormire, sedurre, inventare. In un libro-manifesto il tedesco bernd Brunner rivaluta L'arte di stare sdraiati.
Immersi in un sonno ristoratore sotto coperte soffici o, al contrario, disturbati dalla cattiva abitudine del partner di russare rumorosamente; cullati dal rumore delle onde in riva al mare o sotto analisi sul divano dello psicoanalista. Dormienti o meno, in relax o pungolati dall'ansia o dall'insonnia, passiamo distesi un terzo della nostra vita.

Il tedesco Bernd Brunner ha appena dedicato un libro a L'arte di stare sdraiati (Raffaello Cortina editore, pp. 170, euro 13) pieno di aneddoti curiosi. Stanco della Germania «dove il tempo è padrone di ogni cosa. I tedeschi sono schiavi dell¿orologio, e questo spiega parte del loro successo economico », Brunner ora vive a Istanbul, dove tra gli antichi hammam e i letti della reggia di Topkapi ha trovato il luogo ideale per le sue riflessioni sul tempo «orizzontale».

«Tendiamo a considerarlo solo in funzione della veglia» dice. «Io rovescio la prospettiva: essere svegli ci prepara al sonno, prezioso in se stesso nonostante l'esperienza notturna sia perlopiù inconscia. Scriveva Jorge Luis Borges che ogni essere umano è in realtà due persone. Quando stiamo dormendo qui, siamo svegli da un'altra parte».

Dormire o riposare è una parte fondamentale della nostra esperienza, ed è per questo che è così varia nel tempo e nelle civiltà. «In Africa sono stati ritrovati i più antichi letti conosciuti » racconta Brunner «risalgono a 77 mila anni fa: i primi homo sapiens già costruivano materassi fatti di rami e foglie, per dormire più comodi. Ma certo non si mettevano la sveglia. Possiamo immaginare che dormissero a tratti, svegliandosi spesso durante la notte per ravvivare i fuochi e facendo qualche pennichella durante il giorno. I letti degli antichi egizi, poi, erano già molto simili ai nostri».

Tra baldacchini, sofà, chaise longue e persino la «tragica» invenzione della doccia sdraiata, brevettata in Inghilterra qualche anno fa e giudicata dal Guardian «la peggiore invenzione di sempre», i partigiani del riposo sono sempre stati molti. Alcuni famosissimi: da Michelangelo - solo stando sdraiati si può concepire la meraviglia della Cappella Sistina - a una vera folla di scrittori, perché si sa che l'ozio stimola la creatività. Da Gustave Flaubert, che pare amasse viaggiare sdraiato, a Marcel Proust «che però lo faceva perché era malato», a Truman Capote, che «confessava di avere le idee migliori quando stava a letto, fumando e bevendo».

Ci sono stati, è vero, condottieri e uomini di Stato noti per la loro abitudine di riposare pochissimo, tra cui Alessandro Magno e Napoleone. «E il vostro Berlusconi, pure, mi pare si sia spesso vantato che gli bastano poche ore per notte» chiosa Brunner. E allora, dobbiamo scegliere? Essere oziosi e creativi o piuttosto produttivi e in cronica mancanza di sonno?

L'autore la sua ricetta l'ha trovata, e la consiglia anche agli altri. «Dobbiamo imparare a esplorare l'arte intuitiva del riposo e le potenzialità che ha in serbo per noi. Anche perché a letto non si dorme soltanto: si crea, si seduce, si fa sesso». Insomma, chi ha detto che la rivoluzione non può essere orizzontale? Lo pensavano già John Lennon e Yoko Ono, quando per protestare contro la guerra del Vietnam, nel 1969, si misero a letto. Facendo parlare di sé tutto il mondo.