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sabato 7 dicembre 2013

Una filosofia orizzontale

Per oziare, dormire, sedurre, inventare. In un libro-manifesto il tedesco bernd Brunner rivaluta L'arte di stare sdraiati.
Immersi in un sonno ristoratore sotto coperte soffici o, al contrario, disturbati dalla cattiva abitudine del partner di russare rumorosamente; cullati dal rumore delle onde in riva al mare o sotto analisi sul divano dello psicoanalista. Dormienti o meno, in relax o pungolati dall'ansia o dall'insonnia, passiamo distesi un terzo della nostra vita.

Il tedesco Bernd Brunner ha appena dedicato un libro a L'arte di stare sdraiati (Raffaello Cortina editore, pp. 170, euro 13) pieno di aneddoti curiosi. Stanco della Germania «dove il tempo è padrone di ogni cosa. I tedeschi sono schiavi dell¿orologio, e questo spiega parte del loro successo economico », Brunner ora vive a Istanbul, dove tra gli antichi hammam e i letti della reggia di Topkapi ha trovato il luogo ideale per le sue riflessioni sul tempo «orizzontale».

«Tendiamo a considerarlo solo in funzione della veglia» dice. «Io rovescio la prospettiva: essere svegli ci prepara al sonno, prezioso in se stesso nonostante l'esperienza notturna sia perlopiù inconscia. Scriveva Jorge Luis Borges che ogni essere umano è in realtà due persone. Quando stiamo dormendo qui, siamo svegli da un'altra parte».

Dormire o riposare è una parte fondamentale della nostra esperienza, ed è per questo che è così varia nel tempo e nelle civiltà. «In Africa sono stati ritrovati i più antichi letti conosciuti » racconta Brunner «risalgono a 77 mila anni fa: i primi homo sapiens già costruivano materassi fatti di rami e foglie, per dormire più comodi. Ma certo non si mettevano la sveglia. Possiamo immaginare che dormissero a tratti, svegliandosi spesso durante la notte per ravvivare i fuochi e facendo qualche pennichella durante il giorno. I letti degli antichi egizi, poi, erano già molto simili ai nostri».

Tra baldacchini, sofà, chaise longue e persino la «tragica» invenzione della doccia sdraiata, brevettata in Inghilterra qualche anno fa e giudicata dal Guardian «la peggiore invenzione di sempre», i partigiani del riposo sono sempre stati molti. Alcuni famosissimi: da Michelangelo - solo stando sdraiati si può concepire la meraviglia della Cappella Sistina - a una vera folla di scrittori, perché si sa che l'ozio stimola la creatività. Da Gustave Flaubert, che pare amasse viaggiare sdraiato, a Marcel Proust «che però lo faceva perché era malato», a Truman Capote, che «confessava di avere le idee migliori quando stava a letto, fumando e bevendo».

Ci sono stati, è vero, condottieri e uomini di Stato noti per la loro abitudine di riposare pochissimo, tra cui Alessandro Magno e Napoleone. «E il vostro Berlusconi, pure, mi pare si sia spesso vantato che gli bastano poche ore per notte» chiosa Brunner. E allora, dobbiamo scegliere? Essere oziosi e creativi o piuttosto produttivi e in cronica mancanza di sonno?

L'autore la sua ricetta l'ha trovata, e la consiglia anche agli altri. «Dobbiamo imparare a esplorare l'arte intuitiva del riposo e le potenzialità che ha in serbo per noi. Anche perché a letto non si dorme soltanto: si crea, si seduce, si fa sesso». Insomma, chi ha detto che la rivoluzione non può essere orizzontale? Lo pensavano già John Lennon e Yoko Ono, quando per protestare contro la guerra del Vietnam, nel 1969, si misero a letto. Facendo parlare di sé tutto il mondo.