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giovedì 14 marzo 2013

Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Milano, Adelphi, 1979, pp. 357, € 11,00
La cultura orientale ha fatto irruzione da tempo nel mondo occidentale, così come il contrario: quanti aspetti del modo di vivere e di pensare dell'estremo oriente hanno conquistato mente e cuore di frenetici occidentali, e quanto del successo capitalista di paesi come la Cina e l'India, è dovuta alle influenze dell'Occidente? Al di là di indagini economiche e sociologiche (e soprattutto storiche) sull'argomento, non trattate in questo libro, esiste un legame molto più profondo tra le due culture, un modo di vedere e interpretare il mondo molto più simile di quanto si possa pensare.
Quello che nella filosofia greca era ben chiaro, l'unità di tutte le cose e l'universo visto come un insieme di parti interconnesse e mai disgiunte (e quindi, in breve, l'assenza di separazione tra gli oggetti, i quali sono visti solo come elaborazioni della mente umana e non come la realtà), era ed è il fondamento di tutte le scuole di pensiero e delle religioni orientali, dall'induismo al buddhismo, dal taoismo allo Zen. L'Occidente ha però cambiato rotta molto presto: dal Medioevo in poi, passando per Cartesio, l'illuminismo e la fisica newtoniana, la nostra cultura ha classificato tutto in oggetti, ha diviso la materia, ha perso la visione d'insieme. Almeno fino al Novecento, alla fisica quantistica, alla teoria della relatività. Quello che il fisico americano Fritjof Capra espone nel bellissimo libro Il Tao della fisica è il legame tra il pensiero orientale e le più recenti scoperte della fisica occidentale, dimostrando in maniera elegante come due modi di pensare e di vedere la realtà arrivino, alla fine dei conti, alle medesime conclusioni. Il saggio è diviso in tre parti: nella prima, l'autore espone in modo chiaro e comprensibile anche ai non fisici (e questo non è per nulla facile, a mio avviso) le trasformazioni nel campo della fisica, dal superamento della concezione newtoniana per approdare alla fisica quantistica, alle scoperte delle interconnessioni tra le particelle e alla loro duplice natura (corpuscolare e ondulatoria), alla teorie di Einstein. Nella seconda parte, l'autore illustra la storia e i concetti chiave delle principali dottrine orientali, iniziando con l'induismo per passare poi al buddhismo, al pensiero cinese (con particolare riguardo per il taoismo) e infine allo Zen: anche in questo caso, la lettura è facile e permette di farsi un'idea completa delle caratteristiche delle diverse scuole di pensiero (o religioni che dir si voglia: in certi casi, il confine tra le due cose è confuso, al contrario della concezione occidentale che tende a separare nettamente pensiero e scienza dalla religione). Infine, dopo aver esaminato fisica e misticismo orientale separatamente, l'autore illustra le corrispondenze nella terza parte, la più difficile ma anche la più entusiasmante. Ecco che, nell'esposizione di Capra, viene dimostrata l'unità di tutte le cose; la duplice natura della materia che porta a enormi paradossi che né la fisica né il misticismo possono spiegare in maniera comprensibile a parole (altra grande corrispondenza: la necessità di sperimentare direttamente il fenomeno, sia che si tratti di raggiungere l'illuminazione sia che si stia osservando la nascita di un bosone dall'urto di diverse particelle); il concetto di spazio-tempo e la relatività, così simili a quanto predicato dal buddhismo; l'eterna mutabilità dell'universo (e di tutte le particelle che lo compongono, tanto che la realtà, secondo i fisici, non è composta di particelle ma di interazioni), paragonata alla danza di ?iva, divinità indiana che simboleggia l'eterno mutamento delle cose (e facilmente viene in mente il panta rei di Eraclito, tornando così al punto di partenza). La lettura de Il Tao della fisica consente di costruire un incredibile ponte tra culture diverse, e allo stesso tempo permette di comprendere la natura della realtà attraverso due punti di vista solo apparentemente lontani. L'importanza di questo saggio risiede proprio nella sua duplice natura: da un lato amplia la nostra conoscenza della realtà delle cose, attraverso due percorsi apparentemente diversi, dall'altro dimostra come diverse culture possano giungere alle stesse conclusioni sul mondo e sulla vita, al di là delle evidenti differenze che spesso portano separazione, diffidenza per l'altro e chiusura verso stimoli provenienti da popoli lontani. Un libro eccellente, da leggere e rileggere.
Capra F., Il tao della fisica