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sabato 13 agosto 2011

L' (H)oro di HatHor ) (


Ogni giorno qualcosa di naturale è ottenuto attraverso l'arte, ogni giorno qualcosa di divino si compie attraverso la natura, che i veggenti egizi chiamarono Natura maga, ovvero Potere magico in persona, nell'attrazione dei simili attraverso le cose simili, dei corrispondenti attraverso le cose corrispondenti
Cornelio Agrippa di Nettesheim nel suo capolavoro iniziatico De occulta philosofia del 1530, tutto costruito sulla legge di attrazione.

Gli Egizi chiamavano la manna mfkzt, mentre gli alessandrini le veneravano come un dono dal Paradiso, gli antichi popoli mesopotamici le chiamavano shem-an-na, e in seguito alchimisti come Nicolas Flamelle la definirono <<pietra filosofale>>. In tutte le epoche della sua storia, la sacra "polvere della proiezione" era nota per i suoi straordinari poteri di levitazione, trasmutazione e teletrasporto. Si diceva che producesse una luce intensa e raggi mortali, e che allo stesso tempo, fosse la chiave miracolosa per ottenere un fisico longevo e attivo.
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Recentemente, l' Institute for Advanced Studies del Texas ha descritto la sostanza come "materia esotica", e la sua superconduttività è stata descritta dal Center for Advanced Study dell'Illinois come "la più sensazionale proprietà fisica nell'Universo".
Emerge lampante, in ogni modo, dai documenti antichi, che le proprietà di superconduttività e antigravità erano conosciute, anche se non comprese appieno, già in un passato remoto, in cui erano viste come sacra levitazione o come divina comunicazione, o come potere fenomenico dell' electrikus. Questa sostanza esotica secondo la bibbia faceva parte del reame mistico dell'Arca dell' Alleanza - lo scrigno d'oro, che Mosé portò con sè dal Monte Sinai, e che successivamente fu collocato nel Tempio di Gerusalemme.
I primissimi documenti riguardanti la manna altrimenti definita come polvere mfkzt sono il mistero più antico del mondo e rappresentano la sintesi suprema del concetto di <<miracolo>>. Tornando all'antico Egitto, troviamo ulteriori riferimenti al mfkzt in vari luoghi sacri. Uno di questi è collegato ai tesori del faraone Tuthmosis III, riprodotti in un bassorilievo nel tempio di Kamak. Nella sezione dei metalli, vi troviamo un certo numero di oggetti conici. Alcuni geroglifici spiegano che sono fatti d'oro, ciononostante recano l'alquanto strana dicitura: "Pane bianco" o “MANNA”. MANNA…UN PANE FATTO DI LUCE. L'associazione tra la polvere e la luce venne riscoperta dall'archeologo Sir William Flinders Petrie nel 1904, il quale, cercando tra la desolazione delle montagne della zona del Sinai per l'Egypt Exploration Fund, rinvenne un tempio egizio, sino ad allora sconosciuto, sulla cima del Monte Serabìt, meglio conosciuto come Monte Horeb, dal racconto biblico di Mosé e dell' Arca dell' Alleanza. In quel complesso di sale e santuari, si trovano numerose iscrizioni che si riferiscono al mfkzt, accompagnati da una varietà di geroglifici associati alla luce. Inoltre, in linea con le incisioni di Karnak, sono state rilevate rappresentazioni di pani conici anche nei graffiti del Serabìt. In uno di questi è raffigurato Tuthmosis III in presenza della dea Hathor. Davanti a lui vi sono due afe votive apparecchiate con fiori di loto e dietro di lui un uomo con in mano un oggetto conico descritto come "pane bianco". Un altro rilievo ritrae il tesoriere Sobekhotep, mentre offre un pane conico al faraone Amenhotep II!. In quest' occasione Sobekhotep viene descritto come <<colui che portò la nobile e preziosa pietra a sua maestà - e viene chiamato - il Supremo Custode dei segreti della Casa dell'Oro>>.
In ogni caso, dove la polvere di proiezione mfkzt viene accostata all'oro, al pane e alla luce, e viene indicata come una "pietra", è sempre associata anche al fuoco. È interessante notare che tutti questi aspetti si trovano riuniti nel Libro di Giobbe, dell' Antico Testamento, che recita: "Come la terra, da essa viene il pane; e quando viene accesa si tramuta in fuoco. Le sue pietre sono il luogo degli zaffiri, e contiene la polvere dell'oro".
Un altro testo biblico, dal libro dell'Esodo, descrive questa misteriosa combinazione, ma in una forma che si avvicina molto alla connotazione di "pane", descrivendo la polvere come una sorta di cibo. Essa appare nella storia di Mosé e degli Israeliti sul Monte Horeb nella regione del Sinai, quando Mosé viene scandalizzato dalla scoperta che suo fratello Aronne ha raccolto gli anelli d'oro degli Israeliti e da essi ha forgiato un vitello d'oro come idolo da adorare (il vitello d'oro è una delle rappresentazioni della Dea HatHor). Il racconto riporta che Mosé prese il vitello d'oro, lo bruciò con il fuoco, trasformandolo in polvere, e lo diede da mangiare agli Israeliti.
Questo racconto ha lasciato i teologi alquanto perplessi, poiché scaldando o bruciando l'oro col fuoco, naturalmente, non produce polvere; piuttosto produce oro fuso. Più avanti nella storia, tuttavia, viene spiegato che la fine polvere poteva essere asciugata con l'incenso e lavorata in pani bianchi, che l'antica bibbia dei Settanta chiama "pane della presenza". Tutto ciò è combinato con racconti di incendi sulle montagne, e la grande importanza dell' Arca dell' Alleanza, lo scrigno d'oro che scoccava mortali dardi di luce dalle ali del cherubino che ne sormontava il coperchio. La Sacra Manna diventa il pane della presenza di dio e viene identificata con le saette di luce o scintille miracolose provenienti dall' Arca.
Lo scrigno d’oro della Manna veniva anche definito electrikus.
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A Karnak, all'incirca nel 1450 a.c., il faraone Tuthmosis III fondò la sua confraternita metallurgica dei Mastri Artigiani, con 39 membri dell' Alto Consiglio. Venivano chiamati la Grande Fratellanza Bianca - un nome che si diceva derivasse dal loro uso di una misteriosa polvere bianca di proiezione.
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LA VERA PIETRA FILOSOFALE?
Essa viene menzionata in maniera estremamente specifica nei Testi delle Piramidi egizi - scritture sacre che adornano la piramide-tomba di re Unas, a Saqqara, risalente alla V dinastia. In questi testi è descritto il luogo in cui si dice che il re sarebbe vissuto per sempre insieme agli dèi, un luogo che viene chiamato "campo di mfkzt" - un luogo etereo associato a una dimensione ultraterrena definita "campo dei beati". I misteriosi processi miracolosi che coinvolgono l'oro sembra che siano avvolti da un'aura mistico alchemica dal momento che la "polvere bianca di proiezione" monoatomica , costituita da metalli nobilli, veniva classificata come "pietra".

Un alchimista del XVII sec. Ireneo Filalete, rinomato filosofo britannico, stimato da Isaac Newton, Robert Boyle, Elias Ashmole e altri illustri personaggi del suo tempo, scrisse, nel 1667, un trattato intitolato “Segreti rivelati”. In tale saggio discusse la natura della pietra filosofale, che veniva comunemente ritenuta in grado di trasmutare qualsiasi metallo in oro. Per la precisione, Filalete fu il primo a rilevare che la stessa "pietra" era costituita da oro e che l'arte del filosofo risiedeva unicamente nel perfezionamento del processo: "La nostra Pietra non è altro che oro al più alto grado di purezza e sopraffine stabilità [...]. Il nostro oro, non più volgare, è il fine ultimo della Natura". In un altro trattato “Breve guida al Rubino Celestiale” Filalete si pronunciò in proposito nel modo seguente: "Viene chiamata "pietra" in virtù della sua natura stabile; resiste efficacemente all'azione del fuoco come ogni altra pietra. Come specie si tratta di oro purissimo; è stabile e incombustibile come una pietra, ma la sua apparenza è quella di una polvere finissima". Prima di Filalete, nel XV sec., l'alchimista francese Nicolas Flemel scrisse nel suo testamento, datato 22 novembre 1416, che quando il metallo nobile viene perfettamente essiccato e sedimentato, si presenta sotto forma di una fine "polvere d'oro" che è, in realtà, la pietra filosofale.
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Manna o <<Pietra del Paradiso>>
La polvere figura ritorna anche in un documento alessandrino chiamato Iter Alexandri Magni ad Paradisium. Si tratta di un'antica parabola sul viaggio di Alessandro Magno in Paradiso - il regno di Ahura Mazda, il dio persiano della luce. Nel racconto viene menzionata l'incantata pietra del Paradiso, che aveva diverse proprietà magiche e si diceva potesse diventare molto più pesante del suo volume in oro anche se, in caso venisse polverizzata, persino una piuma peserebbe di più!
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Nell’antica Babilonia, l'enigmatica polvere bianca veniva chiamata an-na, con il significato di "pietra di fuoco" e, quando veniva lavorata in pani conici, si chiamava shem-an-na ponendo in rilievo la forma conica o allungata della "pietra di fuoco". Secondo la bibbia, gli israeliti chiamavano la polvere "manna”.
Giuseppe Flavio ha spiegato nelle sue Antichità giudaiche che la parola manna nacque, in realtà, da una domanda, che significava "Che cos'è?" e il libro dell'Esodo sembra confermare tale ipotesi, affermando: "La chiamavano manna perché non sapevano cosa fosse".
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LA GNOSI BIANCA
Ciò è perfettamente in linea con le rivelazioni che fa il Libro dei morti egizio (noto anche come Papiro di Ani). Questo rotolo del XVIII sec. rinvenuto a Tebe, e acquistato dal British Museum nel 1888, è riccamente illustrato e lungo più di 23 m. In questo antico papiro rituale, il pane della presenza è associato al faraone che vuole raggiungere l'illuminazione finale e, al completamento di ogni stadio del suo viaggio, egli pone la ripetitiva domanda: "Che cos'è?". Altri testi simili risalgono al III millennio a.e.v., ed è chiaro dai rilievi del Monte Seràbit che i sovrani egizi ingerivano la bianca manna d'oro sin dal 2180 a.e.v. circa. Tuttavia, solamente gli adepti metallurghi della scuola misterica (i Mastri Artigiani) conoscevano i segreti della sua manifattura, e il sommo sacerdote di Memfi possedeva il titolo di Grande Artificiere.

Manna come metodo filosofico per raggiungere la "illuminazione finale", gnosis, un ideale di ricerca perpetua.
Accanto a un corpo fisico, gli Egizi credevano che gli esseri umani possedessero anche un "corpo di luce", che, similmente a quello di carne, doveva essere nutrito per crescere e prosperare.
Il corpo di luce era chiamato ka e, anche se si trattava essenzialmente di una parte intangibile dell' esistenza umana, si credeva rimanesse in vita nell' Aldilà. Il cibo del ka era la luce, che generava illuminazione, e la sostanza che generava la luce era la polvere bianca mfkzt ricavata dall'oro.
Non solo il mfkzt è riemerso dal lontano passato per trovare un nuovo significato nella ricerca della Fisica Quantistica, ma anche l'Arca dell' Alleanza, con i suoi racconti di lampi, levitazione e altri attributi divini desunti dagli antichi testi, è diventata quasi all'improvviso una realtà scientifica moderna.
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Durante tutto il secolo scorso, particolarmente dai tempi di Albert Einstein in poi, gli scienziati si sono affannati nella febbrile ricerca della fisica moderna "Teoria unificata del tutto". Ciò ha portato ad alcune stupefacenti scoperte e alla creazione di un linguaggio completamente nuovo, che annovera vocaboli come "superstringhe", "quark" e "superconduttività", oltre a una nuova consapevolezza riguardante piani di esistenza finora sconosciuti, al di là del nostro familiare spazio-tempo. Nel campo della meccanica quantistica, gli scienziati hanno recentemente confermato che la materia può, in realtà, trovarsi in due luoghi contemporaneamente.
È ormai un fatto assodato che, attraverso la connessione tra i "quanti", particelle lontane milioni di anni luce tra loro possono interagire senza alcun contatto fisico. Al giorno d'oggi, lo spazio-tempo può essere manipolato e il teletrasporto sta per diventare una realtà, in quanto i materiali antigravitazionali costituiranno presto la nuova frontiera del trasporto aereo, mentre la scienza virtuale ci ha fornito una maggiore comprensione dell'ambiente iperdimensionale.

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Un documento importante si rivela il Libro Le misteriose origini dei re del Graal (Ed. Newton & Compton, Roma, 2000) dove si discute intorno alle proprietà dell' oro e del platino monoatomici e venivano annunciate le potenzialità di questi metalli nobili in materia di carburanti ecologici che avrebbero soppiantato i carburanti fossili per i mezzi di trasporto e per altri scopi.
Ancora più approfonditamente, sono state evidenziate le proprietà antigravitazionali di queste sostanze granulari bianche, sulle loro capacità di superconduttori e su come sono in grado di piegare lo spazio-tempo e condizionare gli usi futuri nel campo della medicina, in special modo per il trattamento del cancro.
Ciò che realmente sorprende di queste enigmatiche polveri bianche composte da metalli del gruppo dell'oro e del platino, è il numero elevato di spin …. Lo spin è la velocità di rotazione su sè stessa di una particella subatomica, che può essere indicata in senso orario o antiorario con i simboli (+) e (-)…. Ma sembra che questa non sia una scoperta recente.

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